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La FIBRILLAZIONE ATRIALE è la più comune aritmia ; colpisce circa il 10% dei soggetti con età superiore ai 65 anni e la sua incidenza aumenta con l’età.

PerchéUn problema sempre presente è:   ristabilire il normale ritmo “sinusale”, evitando così il rischio di tromboembolia e restituendo al cuore la sua migliore funzionalità,aritmie fibrillazione ipertensione La Storta

oppure tollerare la fibrillazione, che di per sé consente spesso buona qualità di vita, limitandosi a controllarla e attuando trattamenti adeguati?

ma Lo studio AFFIRM ha dimostrato che l’obiettivo del mantenimento del “ritmo sinusale a tutti i costi” non deve più essere perseguito nel trattamento della fibrillazione atriale…

STUDI PIU’ RECENTI CONFERMANO SOSTANZIALMENTE LA STRATEGIA, AD ECCEZIONE FORSE DEI PAZIENTI AD ELEVATO RISCHIO DI TIA O ICTUS
Il profilo di sicurezza dei farmaci antiaritmici

( es. Amiodarone , Chinidina, Flecainide , Propafenone , Sotalolo ) non è ottimale. Questi farmaci , infatti , possono anche causare gravi effetti indesiderati, in alcuni casi minaccianti la vita.

Inoltre i farmaci antiaritmici sono scarsamente efficaci nel mantenimento del ritmo sinusale.
E’ per questi motivi che i National Institutes of Health ( Usa ), e più precisamente il National Heart Lung and Blood Institute ( NHLBI ), hanno messo a confronto due strategie per la “gestione” della fibrillazione atriale : aritmie fibrillazione ipertensione La Storta

anche il controllo del ritmo con i farmaci antiaritmici ed il controllo della frequenza ventricolare con i farmaci in grado di rallentare la conduzione a livello del nodo atrio-ventricolare.


Lo studio AFFIRM ( Atrial Fibrillation Follow-up Investigation of Rhythm Management ) ha coinvolto 4.060 pazienti con una storia di fibrillazione atriale e fattori di rischio per l’ictus e per la morte cardiovascolare.


Da questo studio non è emerso nessun beneficio dei farmaci antiaritmici sull’incidenza di mortalità o su altri outcome.
E’ stata , invece, osservata una maggiore percentuale di effetti indesiderati con i farmaci antiaritmici rispetto ai farmaci per il controllo della frequenza ventricolare.

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